«Per me… La corazzata Potemkin… è una cagata pazzesca!». Novantadue minuti di applausi!. Questa non una semplice battuta; secondo alcuni critici e sociologhi «questa frase rimarrà nella storia come l’urlo dello sfruttato, la rivalsa dell’italiano medio». Sicuramente “passare alla storia” non era nelle intenzioni di Paolo Villaggio quando, quarant’anni fa, ha creato il personaggio del ragionier Ugo Fantozzi. Era il 1968, e lo fece all’interno della trasmissione televisiva Quelli della domenica. Il personaggio Fantozzi, che nasce da esperienze lavorative vissute dallo stesso Villaggio, piace e il settimanale L’Europeo commissiona all’attore genovese una rubrica dove si narrano le sue gesta. Nel 1971 la Rizzoli li raccoglie in un libro che arriva a vendere un milione di copie. Alla serie letteraria segue un’ancor più fortunata saga cinematografica (dieci film) che fa attraversare Fantozzi trent’anni di storia del costume italiano. Fantozzi è un personaggio in cui si riconosce mezza Italia: lui non ha talento, non si batte per vincere, ma per sopravvivere e il comune denominatore di tutte le vicende è la totale inerzia al destino, l’impossibilità di poter controvertire la sorte avversa. Ma, soprattutto, Fantozzi è indistruttibile. Un’altra frase celebre traccia bene il personaggio: lo psicanalista della mutua, a cui il ragioniere si rivolge, dopo ore di colloqui conclude: «Ragionier Fantocci (storpiando il nome) lei non si deve sentire inferiore…, lei È INFERIORE!».
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