Restare in Vietnam – Dalla parte del nemico

A scegliere di restare con il nemico è Marlin McDade, soldato americano impegnato per quattro anni sul fronte della guerra del Vietnam.

Originario del Kansas, proveniente da una famiglia cattolica e con tradizioni militari (padre e nonno sono decorati di guerra) Marlin è partito poco più che ventenne, abbastanza convinto di quello che stava andando a fare. Poi gli eventi: l’addestramento inutile; convivere con la paura per tutto il giorno; le perdite di amici; le azioni crudeli; il ritorno momentaneo a casa dove, convinto di essere accolto come un eroe viene insultato e chiamato assassino.

Una nuova partenza verso il fronte dove viene ferito, i primi dubbi su quello che stava facendo. Un’amicizia, poi sfociata in amore, con un’infermiera nordvietnamita, in una Saigon che “vive” nascondendo le atrocità della guerra.

E alla chiamata di ritiro delle truppe la sua risposta: «No, io mi fermo qui». La storia di Marlin l’ho raccolta in una lunga intervista realizzata nell’estate del 2016 in un bar a Da Nang.

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