Postmoderno, mezzo musical, anarchico, ecologista… noir… Così è stato definito Yuppi Du, film diretto, prodotto e interpretato da Adriano Celentano nel 1975. Un film che spiazza i critici, da lui abituati a ruoli più leggeri. Infatti Celentano, fino ad allora, aveva interpretato semplici “musicarelli” o film con ruoli ritagliati sul suo personaggio, e diretto, assieme a Piero Vivarelli, Super rapina a Milano, rivelatosi un flop. Yuppi Du è un passaggio fondamentale per la carriera di Celentano, perché abbandona definitivamente la veste del “molleggiato” per vestre i panni del “santone mediatico”, tutto sermoni ed ecologia.
Yuppi Du è un film indefinibile, serio (a volte anche tragico), ma di quella serietà che Celentano riesce sempre a narrare con ironia. Nel film si parla di violenza alle donne, morti bianche, inquinamento, scioperi, conflitti sociali temi che – nel 1975 – non comparivano sugli schermi. Il finale, poi, è amarissimo: la donna, pur amandolo, lascia il protagonista per seguire un uomo ricco. Era il crollo di tanti ideali, il segno che il valore del denaro cominciava a dominare il mondo. Il film, costato 1 miliardo e 700 milioni di lire con protagonisti Celentano, Charlotte Rampling e Claudia Mori, andò a Cannes dove avrebbe vinto la Palma d’oro come opera prima se non fosse venuto fuori che in realtà Adriano aveva già firmato la regia di Super rapina a Milano. In Italia gli incassi furono straordinari, anche se forse allora il pubblico non capì fino in fondo la forza dei temi. La pellicola non è mai stata distribuita all’estero anche se le richieste non mancarono: Celentano voleva proteggerlo con un certo tipo di promozione, voleva garanzie che non riuscì ad ottenere e, piuttosto che mandarlo in giro per il mondo senza controllo, preferì ritirarlo dalla circolazione.
Trama
Felice Della Pietà (Adriano Celentano), uomo dalle modeste possibilità economiche, fa il gondoliere, ed è sposato in seconde nozze con Adelaide (Claudia Mori): insieme crescono Monica (Rosita Celentano), figlia di Felice nata dal suo primo matrimonio con Silvia (Charlotte Rampling). Felice, ormai rassegnatosi per la scomparsa di Silvia, dopo il suo apparente suicidio torna nel posto in cui la moglie si è tolta la vita per salutarla l’ultima volta dopo aver sposato Adelaide. A questo punto Silvia riappare, rivelandogli di averlo lasciato perché stanca della povera e per lei troppo semplice vita a Venezia; dopo essersi sistemata a Milano con un industriale. Silvia è tornata a Venezia per rivedere sua figlia. Felice, completamente folgorato dalla riapparizione di Silvia, decide di farla tornare ed allontana quindi la dolcissima Adelaide. Quando poi Silvia decide di ripartire per Milano per chiarire le cose con il marito, Felice le propone di portare con sé anche la figlia. Silvia parte, ma non fa più ritorno. Felice, avendo ormai capito che l’obiettivo di Silvia era soltanto portargli via la figlia, la raggiunge a Milano. Giunto a casa sua le propone un triste accordo: Silvia potrà tenersi la piccola Monica, ma lei ed il marito dovranno pagargli 45 milioni di lire. La coppia, pur disgustata dall’apparente aridità d’animo dell’uomo, accetta di pagare la somma. Nel viaggio di ritorno in treno per Venezia, Felice incontra una donna del tutto identica a Silvia, che con una sorta di comunicazione telepatica gli promette eterno amore e felicità. Usando lo stesso tipo di comunicazione, Felice le risponde che ormai lui all’amore non crede più, e che sa del suo intento di portargli via i soldi ottenuti in precedenza.
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