La notte del 20 luglio 1969 il signor Giancarlo Zanatta, come milioni di persone nel mondo, è davanti alla tv ad assistere all’allunaggio dell’Apollo 11, in attesa dello sbarco del primo uomo sulla Luna. Finalmente, alle 5.56 il comandante Neil Armstrong posa il piede sulla superfice lunare.
Da quel momento, la vita di Zanatta, giovane imprenditore di Montebelluna, e della Tecnica, la sua azienda che produce attrezzatura per la montagna, è rivoluzionata. Il giorno dopo Zanatta guarda una delle foto di Armostrong che passeggia sul suolo lunare. Il suo sguardo si sofferma su quegli stivali, così particolari, e sull’orma, così larga e netta sulla polvere tra i crateri.
Zanatta chiama i modellisti dell’azienda e comincia a fare realizzare prototipi, utilizzando nylon colorato e schiuma di poliuretano. E così, un anno dopo la passeggiata di Armstrong sulla Luna, viene prodotto il primo paio di Moon Boot, il doposci più famoso del mondo, che deve la sua forma proprio dall’orma lasciata dall’astronauta americano sulla polvere lunare.
Da allora ne sono stati venduti oltre 23 milioni e sono pure finiti nella collezione del museo Louvre di Parigi fra i cento oggetti di design più innovativi del Novecento. La scarpa è ambidestra (cioè non ha la calzata destra e sinistra), non c’è vincolo di taglia, è leggerissima, calda, impermeabile e costa poco. Tanto che gli addetti ai lavori lo indicano come uno degli esempi più riusciti di “design democratico”, capace di unire generazioni e classi sociali.
I Moon Boot calpestano negli anni la neve di Cortina e Saint Moritz ma anche del Terminillo e dell’Abetone, sono ai piedi di regine e politici, ma anche di studenti e operai. Insomma, dopo oltre quarant’anni di onorata carriera si può definire un oggetto cult. E, come tutti gli oggetti cult che si rispettino, Moon Boot vanta tentativi di imitazione, schiere di fans nel mondo (c’è pure un siti dedicato, www.moonboot.it), ha partecipato a film, è stato citato in libri, fumetti, canzoni, tesi universitarie.
Ma la consacrazione definitiva la offre lo Zingarelli, Moon Boot è uno dei pochi trade marks ammessi nel dizionario, dove si legge: «propriamente “stivale lunare”, per analogia di forma con gli stivali indossati dagli astronauti. Nome commerciale di speciali calzature fabbricate in materiale isolante e usate come doposci e per camminare su neve abbondante».
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