Il calcio al tempo del decoder

Zemanta Related Posts ThumbnailSono passati vent’anni da Lazio-Foggia del 1993, la partita che ha cambiato per sempre il mondo del calcio stravolgendo le abitudini dei tifosi. Non è una finale, non è una partita che decide lo scudetto o la retrocessione di una delle due squadre. Non c’è in palio niente, è semplicemente la prima partita di un campionato di Serie A trasmessa in diretta televisiva criptata, cioè in pay tv, che nel 1993 si chiama Telepiù. Di quel primo posticipo, e di quelli successivi, i primi tre minuti sono trasmessi in chiaro, poi si oscura tutto. Per avere la diretta posticipata di 27 partite di Serie A la domenica sera e 32 anticipi del campionato di B il sabato sera, Telepiù sborsa poco meno di 45 miliardi di lire, una torta che le società si spartiscono in parti uguali (600 milioni a testa alle squadre di A, 175 a quelle di B). Subito dopo l’accordo con l’emittente televisiva la Lega calcio, per bocca del suo presidente Nizzola, fa sapere che: «tutte le squadre hanno diritto di apparizione; che nel periodo invernale nel Nord Italia non si giocheranno partite serali per i campi gelati e il rischio nebbia» e aggiunge che, con l’addio al rito del fischio d’inizio di tutte le partite in programma nella stessa giornata di campionato: «la schedina è favorita da maggiore suspense e gli stadi non si svuoteranno mai».
Sappiamo come è andata a finire: oggi i posticipi televisivi si decidono in base all’importanza della partita, la rotazione di tutte le squadre è stata un’utopia durata solo pochi anni; d’inverno si gioca regolarmente anche su campi che assomigliano a pista da sci di fondo; il Totocalcio è mezzo moribondo soppiantato dalle scommesse on line, e gli stadi assomigliano sempre più a delle cattedrali nel deserto dove il pubblico non entra nemmeno gratis. Provate oggi a spiegare a uno di vent’anni che una volta le partite si ascoltavano esclusivamente per radio, e solo il secondo tempo perché si temeva che l’intera telecronaca spingesse il tifoso a non andare allo stadio.

Oggi siamo al “liberi tutti”: in televisione c’è un’overdose di calcio; questa stagione sulle tv a pagamento vengono trasmesse migliaia di partite, anche internazionali, dal venerdì al lunedì i campionati, da martedì a giovedì le coppe europee. E se una partita non è trasmessa in diretta televisiva su qualche rete è solo perché si tratta della sfida tra scapoli contro ammogliati, o poco di più.

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