Il 10 novembre 1975 l’Italia rinuncia definitivamente, e senza alcuna contropartita, agli ultimi lembi di terra della penisola istriana. Nella cittadina marchigiana di Osimo s’incontrano il ministro degli Esteri italiano, Mariano Rumor, e quello jugoslavo, Milos Minic, firmano un’intesa, il cosiddetto Trattato di Osimo. Il governo di Roma, paga una serie di prezzi non da poco: la rinuncia alla sovranità italiana sulla zona B e la concessione di una zona franca italo-jugoslava, a cavallo del confine di Trieste. Il Trattato apre alla Jugoslavia una porta verso il Mercato Comune. Sono passati più di quarant’anni, ma la cessione – soprattutto tra triestini, giuliani e goriziani, non è ancora stata digerita.
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