Travoltismo… e l’Italia balla

discoteca-svago-sabato-sera-divertimentoVerso la metà degli anni Settanta, soprattutto nelle grandi città, più della metà dei giovani tra i 16 e i 25 anni si considerano impegnati politicamente. E gli altri? Alcuni, pochi, lavorano; altri studiano, o fanno finta. Poi c’è chi fa sport e chi balla. Il nuovo luogo di aggregazione giovanile, infatti, si chiama discoteca. Il film La febbre del sabato sera, che vede John Travolta nei panni di Toni Manero, ha dato vita a una nuovo fenomeno: il Travoltismo. Dall’uscita del film, nel 1978, i locali da ballo aumentano del 50 per cento in un anno. In discoteca, prima o poi, ci passano tutti, studenti e lavoratori, contestatori e conservatori, ricchi e poveri, si entra in gruppo o da soli, quando si balla ci si lascia andare muovendosi liberamente come si vuole, non occorre essere provetti ballerini. Non manca, ovviamente, chi vede nel Travoltismo un fenomeno di disimpegno sociale che allontana i giovani dalla cultura e dalla partecipazione di massa per portarli al qualunquismo. Il fenomeno è bollato dai politici come tomba dell’impegno politico giovanile, dalle femministe come ritorno al maschilismo, mentre dai sociologhi è visto come un anomalo e pericoloso rinchiudersi nel privato. Una cosa è vera: il Travoltismo è il preludio al disimpegno e all’allontanamento politico che caratterizzeranno gli anni Ottanta, quelli dello yuppismo, definiti anche della Milano da bere. Tutto questo accade in un momento in cui l’inflazione viaggia al 20 per cento, tanto che un analista straniero, sbigottito, afferma: «In questo momento gli italiani ballano. Ballano sui carboni ardenti. E si divertono pure!».

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