Mogol-Battisti: il periodo d’oro

Per Lucio Battisti e Mogol, gli anni Settanta sono un periodo d’oro. Tra giugno e ottobre del 1970 scrivono Fiori rosa fiori di pesco; Il tempo di morire; Emozioni e Anna, brano che sconvolse per una rullata di batteria di ben 72 colpi! Visti i successi li due decidono di mettersi in proprio:fondano la Numero Uno, etichetta che non pubblica solo Lp di Battisti, ma lancia anche nuovi talenti come la Pfm, Ivan Graziani, Adriano Pappalardo, la Formula 3. Il battesimo della casa discografica è affidato a La canzone del sole, brano che ha fatto storia. Tra il 1972 e il 1978 Battisti confeziona album mitici: nel ’72 escono Umanamente uomo: il sogno, trainato da I giardini di marzo e, a fine anno, Il mio canto libero, forse l’album migliore, con La luce dell’est; Vento nel vento; L’aquila. L’anno dopo è la volta de Il nostro caro angelo che, oltre il brano omonimo, contiene La collina dei ciliegi. Nel ’74 esce Anima latina, uno dei dischi meno immediati e più sperimentale. Nel ’76 incide La batteria, il contrabbasso, dove le hit sono Ancora tu; Un uomo che ti ama; Dove arriva quel cespuglio. Nel ’77scala la classifica con Io, tu, noi tutti grazie al brano Amarsi un po’. Il sodalizio finisce nel 1978: Una donna per amico è l’ultimo album realizzato dalla coppia Mogol-Battisti. Esaurita la vena artistica? Voglia di cambiare? Litigio per una questione di soldi? Nessuno saprà mai qual è la verità. Una cosa è certa: il periodo d’oro di Lucio Battisti, e in parte anche di Mogol, finisce quell’anno.

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