Hanno conquistato le nostre classifiche in un attimo con Don’t Stop e l’album Rumours vende milioni e milioni di copie in pochi mesi in tutto il mondo (non si contano i milioni di copie vendute, basti sapere che dieci anni dopo l’uscita il disco raggiunge l’undicesimo platino (!) e sarà imbattuto fino all’avvento di Thriller e sta giocandosi il secondo posto tra i dischi più venduti di sempre con la colonna sonora di Saturday Night Fever). In Italia si chiedono: ma chi sono? È il loro primo album? I Fleetwood Mac non sono spuntati dal nulla e quando è uscito Rumours, nel 1977, hanno già una decina di anni di attività e altrettanti album alle spalle. Il sound e la formazione sono completamente rinnovati: dal rock-blues più classico si passa al soft rock e i due chitarristi Peter Green e Jeremy Spencer, che se ne vanno sbattendo la porta, e vengono rimpiazzati da Christine Perfect, pianista e moglie del bassista John McVie, e un’altra coppia di fidanzati: il chitarrista Lindsey Buckingham e la vocalist Steve Nicks: e saranno proprio i tre nuovi acquisti a dare l’impronta decisiva al nuovo suono della formazione, con il benestare di Mick Fleetwood, batterista, anima, manager e padre spirituale del gruppo. Rumours, che come detto è uno dei dischi più venduti nella storia, avrebbe dovuto essere l’ultimo prima dello scioglimento dei Fleetwood Mac. Le tensioni interne dei componenti (John e Christine McVie si sono appena separati, ed è finita anche la storia d’amore tra Buckingham e la Nicks) stanno logorando il gruppo. Il disco è inciso a fatica, tra litigate e abbandoni improvvisi. Durante le registrazioni Stevie Nicks, quasi sempre ubriaca, e Christine McVie fanno a gara a farsi i dispetti; John McVie, abbandonato dalla moglie, è depresso; Buckingham lavora senza passione e non vede l’ora di intraprendere una carriera solista: in queste condizioni le undici canzoni, (firmate soprattutto da Buckingham, Nicks e Christine McVie) sono confezionate con grande professionalità. Dont’Stop, Dreams, Go Your Own Way, Second Hand News sono i brani che lanciano l’album che rimane per trentun settimane consecutive al primo posto nelle classifiche americane. Il successo coglie alla sprovvista la band: e i cinque, loro malgrado, devono continuare a sopportarsi. Viene allestito in fretta un tour negli States e intanto l’album varca l’oceano, raggiunge l’Europa e continua a vendere milioni di copie. Così, i Fleetwood Mac (a dire il vero Mick Fleetwood si è sempre prestato a fare da paciere) si vedono costretti a rinviare la fuga verso una carriera solista e, da separati in casa, partono per un tour mondiale che dura un anno e mezzo e che li consacra definitivamente nell’Olimpo del rock. Un Olimpo che, a detta dei puristi rockettari e di alcuni critici, non è meritato: i Fleetwood, infatti, sono sempre stati accusati di ruffianeria, di aver avuto una botta di fortuna, di scarsa creatività.
Per me Rumours è un signor album, suonato e arrangiato con grandissima professionalità dove si fondano le radici blues del gruppo con il meglio del pop inglese e americanodell’epoca. Voto: 8,5.
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