Miniassegni, truffa miliardaria

miniassegno2A metà degli anni Settanta la quantità delle monete in circolazione non basta più. Le cause sono diverse: la prima, l’inflazione. Tra il 1974 e il 1977 l’inflazione è definita galoppante, ciò costringe la zecca a immettere sul mercato banconote e non monete. Poi i juke box, i flipper, le biglietterie automatiche, i turisti che se le portano via come souvenir. La leggenda vuole che la colpa delle sparizione delle monete sia dovuta anche agli orafi giapponesi che, per realizzare le casse dei loro orologi, utilizzavano l’ottima lega del nostro conio. I negozianti non sanno più cosa inventarsi per dare il resto e rifilano all’acquirente di tutto: gettoni per il telefono, cioccolatini, caramelle, gomme da masticare, cerotti, matite, francobolli. Questo accade fino al 10 dicembre del 1975, quando compare un assegno circolare, perfettamente uguale a quegli ordinari, se non nelle dimensioni (solo 11 centimetri per 6), emesso dall’Istituto San Paolo di Torino e intestato all’Associazione commercianti di Torino, per un importo di 100 lire. Da quel giorno le banche si moltiplicano fino a diventare 32, esclusi gli istituti di credito inesistenti coniati dai falsari, ed emettono assegni da 50, 100, 150, 200, 250, 300 fino a 350 lire per un ammontare di 200 miliardi. I mini-assegni soccorrono negozianti e acquirenti fino a quando la zecca, nel 1978, non mette in circolazione la nuova moneta da 200 lire e altri pezzi da 100 e 50 più piccoli.

4 Commenti

  1. Io di mini assegni, avendone fatto la collezione, ne ho un paio di valigie piene…… Se a qualcuno possono interessare……………

  2. ma qulcuno si ricorda dei francobolli dati come resto dentro dei cosini di plastica trasparente grande come una moneta, che si sostituivano appunto alle monete?

  3. Ho fatto questa ricerca avendo trovato in casa un pacchetto di questi miniassegni (che collezionavo) e mi ha fatto molto piacere leggerne la storia.
    Complimenti per l’idea.
    Domenico

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