I vent’anni della casa del glamour

Corso Como e strada popolare nella prima periferia milanese dove si affacciano, oltre ai negozi di alimentari, un ferramenta, un corniciaio e, nel cortile interno del civico 10 di un’anonima casa di ringhiera, un’autofficina. Sono passati vent’anni e oggi Corso Como è un’altra cosa, irriconoscibile perché è diventata una via glamour e il quartiere intorno è uno dei più chic della città.  Buona parte del merito di questa trasformazione è di Carla Sozzani, ex direttrice di riviste di moda. O meglio, del suo negozio, 10 Corso Como, un nuovo concetto nel mondo della cultura e del retail dove arte, moda e design s’incontrano in una location eco-minimalista e danno vita a una nuova filosofia di marketing e dello shopping. È il 1990 quando, con una mostra monografica su Louise DahlWolfe (fotografa di moda americana degli anni Trenta) Carla Sozzani decide di aprire una galleria di fotografia, arte e design. I locali sono quelli che l’officina del cortile del numero 10 usava per lavare le auto. Passa solo un anno e la Sozzani opera la prima svolta, la Galleria “cresce”. Nell’edificio si liberano altri locali (magazzini, ripostigli, rimesse) e il 9 settembre 1991 s’inaugura il primo concept store italiano: un posto accogliente, dove osservare, imparare, sbirciare tendenze artistiche e, naturalmente, anche comprare. Il nome è semplice, 10 Corso Como, scritto all’inglese, col numero civico prima del nome, perché l’idea è quello di farlo diventare il locale più cosmopolita e internazionale della città. Oggi, infatti, 10 Corso Como è un marchio conosciuto in tutto il mondo, che contribuisce alla ricerca di stili di vita, rivolta più alla personalizzazione del gusto anziché alle mode. Nei suoi locali si può acquistare di tutto, dalla musica al design, dai mobili agli accessori, dall’abbigliamento ai profumi, ai libri. La convivenza con l’officina è durata cinque anni, poi s’è spostata lasciando liberi altri spazi e piano piano, pezzo dopo pezzo, la Sozzani riesce a occupare l’intero edificio industriale. Lo dipinge tutto di un bianco candido abbagliante, lo ristruttura mantenendo intatto lo scheletro, i tubi esterni, i cavi elettrici e il montacarichi dell’epoca. Con gli anni il vecchio cortile dove un tempo sostavano le auto si è trasformato in un giardino di gelsomini e ulivi e poi si sono aggiunti un caffè, una libreria, un roof garden (che la Lipu considera una riserva di riferimento per gli uccelli di passo e stanziali), un ristorante (che sorge al posto dell’autolavaggio), un negozio di moda e design e un “intimate hotel” di sole tre camere, tutte curatissime e arredate con mobili di design e oggetti di alta tecnologia. Nella Galleria, da dove è partito tutto vent’anni fa, sono state ospitate oltre duecento mostre fotografiche: gli scatti trasgressivi di Helmut Newton, i ritratti di Annie Leibovitz, i barocchismi ironici di David LaChapelle sono stati esposti nelle sale, bianche anche loro, e ogni anno è ospitata la mostra delle opere premiate del World Press Photo, uno dei più importanti riconoscimenti al mondo per fotoreporter. 10 Corso Como festeggerà i vent’anni il 9 settembre con un’iniziativa aperta a tutti, dalle 9 di mattina alle 21, tra sorbetti, cioccolatini, prosecco, musica del trio Albrizzi e i ricordi degli esordi. Ricordi e racconti che si possono vedere in un video autobiografico cliccabile su http://10corsocomo-thejournal.com/videos/.

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