Con gli anni, e visto il successo ottenuto, le specialità italiane nei film western si raddoppiano. Così, dopo gli “spaghetti”, arrivano i “fagioli-western”, che si differenziano dai primi per la quantità si scazzottate, nel copione ben più numerose di sparatorie e duelli. Tra i padri di questo genere, un regista che proviene proprio dagli “spaghetti”: Giuseppe Colizzi, che verso la fine degli anni Sessanta dirige alcune pellicole cult come «I 4 dell’Ave Maria»; «Dio perdona… io no!»; «La collina degli stivali». Nel cast, tra tra i protagonisti, ci sono due attori italiani con nomi d’arte americanizzati: Bud Spencer e Terence Hill. Nel 1970 il regista Enzo Barboni, che firma i suoi lavori E. B. Clucher, decide ci provare a fare un film comico ambientato nel far west. E così chiama il duo Bud Spencer e Terence Hill per girare «Lo chiamavano Trinità», il primo di una serie che sbancherà i botteghini. I film su “Trinità” ha fatto diventare la coppia Spencer-Hill una delle più celebri e amate del cinema italiano, e ha aperto la strada al genere “fagioli western”. E con la stessa formula, scazzottate & risate, non poteva non cimentarsi anche il cow-boy “de’ noantri” Giuliano Gemma in «Anche gli angeli mangiano fagioli» e nel sequel «…tirano di destro»; e altri attori, famosi e non, in una marea di B-Movie. Il massimo splendore dei “fagioli-western” si è avuto nella prima metà degli anni Settanta poi, sul finire del decennio, è sparito dalle sale. Resta però uno dei generi più amati, se è vero che ancora oggi, a oltre quarant’anni dalla loro uscita, i film di Trinità quando passano in tv registrano uno share di tutto rispetto.
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