Barbie, e la bambola non sarà più la stessa

È il 1959 e Ruth Handler, che pochi anni prima aprì un’azienda di cornici per quadri assieme al marito, si accorge che i giocattoli non rispecchiano la realtà che circonda il bambino. I trenini di legno non assomigliano a quelli veri, gli orsacchiotti hanno delle forme improbabili, per non parlare delle bambole, che hanno sempre l’aspetto delle neonate ma che le bambine, su tutte la figlia della stessa Ruth, mentre gioca gli affida ruoli da donna adulta. Ruth coglie l’opportunità e comincia subito a studiare un nuovo modello di bambola, vuole creare un prodotto nel quale le bambine e le ragazzine possano proiettare le loro fantasie di adulti, perché tutti – quando si è piccoli – si vuole fare le cose da grandi. Ne parla con il marito, che però non sembra troppo convinto, ma lei non demorde. E così, pochi mesi dopo, nasce Barbie. E da allora, la bambola non sarà più la stessa. Viene presentata alla fiera del giocattolo di New York e si preannuncia come un fenomeno commerciale senza precedenti. Barbie, dà inizio a una dinastia pluriennale, fatta di personaggi e parenti. Biondissima (almeno la prima), corpo sinuoso (a volte anche troppo, tanto da attirare le critiche dei benpensanti), Barbie si presenta sempre alla moda, glamour e sorridente. Durante il 1959 ne sono vendute più di 350 mila al prezzo di 3 dollari ciascuna. Tale trionfo si deve in gran parte alla geniale intuizione di Ruth di commercializzare la bambola e, contemporaneamente, un ampio guardaroba fatto di abiti e accessori venduti separatamente. Nel 1961 compare Ken, il fidanzato (Kenneth è il nome del figlio degli Handler); poi alla crescita della famiglia si aggiunge Midge, l’amica, e Skipper, la sorella. Barbie sbarca in Italia nel 1964, anno in cui Ruth decide di sottoporla al primo lifting: il seno acquista un paio di taglie, gli occhi diventano più grandi, compaiono le ciglia e si allungano i capelli fino a toccare le spalle. Nei suoi primi cinquant’anni è stata la compagna preferita delle bambine di almeno tre generazioni, consolidando i ruoli di genere e i canoni della bellezza di diversi periodi, ha esercitato 108 professioni, da Reginetta del ballo ad astronauta, nel 2004 si è addirittura candidata alla presidenza degli Stati Uniti. Ancora oggi rappresenta il primo esempio di gioco globalizzato: in qualsiasi parte del mondo tu vada, lei resta sempre identica. I bambini possono parlare del loro giocattolo preferito senza bisogno di spiegare ogni volta di che cosa si tratti.

 

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