Ora è un momento buio, dove si spopola solo in Sudamerica (grazie a Laura Pausini) e in Germania (con Gianna Nannini e Zucchero): ma una trentina di anni fa i cantanti italiani scalavano le classifiche di tutto il mondo, Usa e Inghilterra comprese. Su tutti c’è il caso anomalo di Raf. Raffaele Riefoli, foggiano d’origine, agli inizio degli anni Ottanta vive a Londra. Nel 1984 riesce a ottenere un contratto con una casa discografica Francese, la Carrere, è incide un singolo, in lingua inglese: Self Control. Pochi mesi dopo l’uscita, grazie al tam tam radiofonico, è in vetta alle classifica di mezza Europa e, dopo, raggiunge il primo posto anche negli Stati Uniti. Il testo, scritto da Raf, è un po’ più impegnato del solito; si evitano le parole dance/love/night/soul che riempiono i brani Disco, mentre la musica è scritta da Steve Piccolo, musicista dei Lounge Lizard. Come dire: la qualità, paga. Nonostante il successo mondiale Raf, contro il parere di tutto lo staff, decide di cambiare genere: abbandona definitivamente la musica dance e compone brani pop con testi in italiano. Tra i suoi testi più riusciti, va segnalato, giusto per restare in tema, Cosa resterà degli anni Ottanta.
Ha fatto ballare un’intera generazione e, soprattutto, l’ha fatta sognare… Sabrina Salerno, genovese, una bellezza che più mediterranea non si può, nel 1985 entra in contatto con Claudio Cecchetto che le fa incidere Sexy Girl: il successo è clamoroso, il disco scala in un attimo le classifiche italiane e tedesche. L’anno dopo bissa con Boys che si afferma in tutta Europa ed entra addirittura nella Top 3 in Inghilterra. La musica, un po’ banale, è la classica “spaghetti-disco”, i testi sono miseri, ma lei è di una bellezza, e sensualità, notevole. I suoi discografici ci “marciano” e accompagnano i brani con maliziosi videoclip che ne esaltano le forme consacrandola come uno dei più sensazionali sex symbol degli anni Ottanta. Entrata ormai nell’Olimpo dello star system, Sabrina si divide su più fronti: la musica, Giorgio Moroder, ex compositore di Donna Summer, scrive per lei altre hit; il cinema, debutta in film comici; e la tv, è la protagonista di miniserie. Tra un impegno e l’altro gira il mondo in tournée, si esibisce di fronte a oltre 50mila spettatori a Mosca; partecipa al prestigioso Montreux Pop Festival e, naturalmente, in Spagna, dove diventa un vero e proprio fenomeno socio-culturale della Spagna post-Franchista, forse anche grazie a un’esibizione in tv nella quale s’intravede un seno.
E a proposito di Spagna, anche Ivana Spagna (nata a Borghetto di Valeggio sul Mincio in provincia di Verona) è considerata la reginetta della dance Made in Italy. Dopo essere stata corista di Ornella Vanoni, Sergio Endrigo e Paul Young, nel 1986 si propone come solista e incide il singolo Easy Lady che in poche settimane, e con poche copie stampate, esce in Francia e raggiunge il primo posto della classifica: da lì diventa un hit in tutta Europa vendendo quasi 2.000.000 di copie. Solo dopo si scopre che Spagna (che ha abbandonato il nome) non è inglese, ma italiana. L’anno dopo con il singolo Call Me per una settimana scavalca Madonna e Michael Jackson nella chart europea (prima volta per un cantante italiano). La carriera prosegue con Dance Dance Dance (1987), I Wanna Be Your Wife (1989) I Always Dream About You (1993) ed altre hit di successo mondiale, tutte in lingua inglese.
Non è inglese, ma nemmeno italiana, la lingua che ha portato al successo i Righeira, Stefano Righi (Johnson) e Stefano Rota (Michael), torinesi, compagni di liceo. Dopo aver suonato in locali alternativi della città, vengono scoperti da i fratelli (questa volta veri) Carmelo e Michelangelo La Bionda, che grazie alla musica Disco stanno vivendo una seconda giovinezza. I La Bionda nel 1983, producono il loro primo singolo, Vamos alla playa, tormentone estivo, cantato metà in italico-spagnolo, con testo nonsense: il singolo per sette settimane resta al primo posto in hit parade, diventa la sigla del Festivalbar, raggiunge il primo posto in classifica in quasi tutta Europa e in Sudamerica e consente ai Righeira di ricevere il Telegatto come band rivelazione dell’anno. L’anno dopo arriva il “sequel”: No tengo dinero conferma la grande popolarità del duo che, nel 1985, vincono Disco per l’Estate e Festivalbar con L’estate sta finendo, il singolo più venduto dell’anno.
Nel 1986 partecipano al Festival di Sanremo con Innamoratissimo. Per i quattro anni seguenti pubblicano un singolo ogni estate: Oasi in città, Companero, Garageamos e Ferragosto, ma il successo iniziale non torna più.
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